domenica 24 gennaio 2016

A ognuno il suo tappo


Nel corso della Storia è stato usato di tutto: pietre, pergamene, stoffe, ma è con la scoperta di altri materiali che il tappo s'evolve.

Che sia di sughero, metallo o plastica, la sua funzione è quella di sigillare un contenitore, affinché nulla possa uscire e nulla possa entrare, evitando il rischio di alterazioni che sarebbero un problema, soprattutto per i produttori di vino. Da quando aziende ed enologi hanno scoperto il sughero, il tappo è diventato un elemento importantissimo, non solo per le sue capacità isolanti, ma anche per la bellezza estetica del turacciolo, parte integrante del design della bottiglia.

Tipologie


Per chi produce un vino, la scelta del tappo diventa importante, perché ce ne sono di diversi tipi. C'è quello di sughero monopezzo, realizzato da un unico taglio della corteccia, il più prezioso e costoso; c'è il tappo a due dischi, formato da due diverse lavorazioni della corteccia, assemblate alle due estremità di un pezzo centrale di granuli agglomerati; e infine, c'è quello realizzato interamente con granuli agglomerati, usato soprattutto per vini di valore contenuto.

Anche il tappo degli spumanti e degli champagne è realizzato in sughero, genericamente con due estremità di sughero puro e un pezzo di agglomerato, ma la scelta dipende molto dalla casa produttrice e dal pregio delle bottiglie.

Negli ultimi anni il sughero è diventato sempre più raro e costoso e allora la tecnologia è arrivata in soccorso creando un tappo di materiale termoplastico. Sono chiusure meno pregiate, ma dotate di buona funzionalità.

Ai tappi di sughero o sintetici si sono aggiunti poi i tappi a vite di plastica, che garantiscono le stesse prestazioni di quelli in termoplastica, ma sono poco gradevoli alla vista ed è per questo che in Italia non hanno conquistato la grande distribuzione. Le cose cambiano oltremanica: i vini inglesi, infatti, sono chiusi al 99% proprio con tappi a vite in alluminio, come quelli che usiamo per l'olio.

La corona per la birra


Il tappo a corona fu brevettato per la prima volta a Baltimora verso la fine dell'Ottocento e da allora ha conquistato prima gli Stati Uniti e poi il resto del mondo. È un tappo che assicura l'assoluta tenuta stagna, soprattutto in presenza di gas, ed è per questo che viene usato per tappare gli spumanti nel periodo di fermentazione in bottiglia, prima che la maturazione sia completa e che si passi al sughero. Il tappo a corona è usato per la birra proprio per la sua capacità di resistere alla pressione interna del gas, anche quando la bottiglia viene agitata.

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