lunedì 7 marzo 2016

IL PIACERE DI PROGETTARE INSIEME

CONTROLLARE CON DISCREZIONE. In una festa con almeno 8-10 bambini è necessaria la costante presenza di un adulto. Il suo compito non sarà di fare il gendarme, ma di controllare con discrezione che tutto proceda per il meglio, di agevolare i giochi ragionevoli e scoraggiare quelli che lo sono meno. Questo significa mettere in agenda di papà o della zia preferita un pomeriggio da dedicare all'evento, per dare man forte alla padrona di casa.

Il compleanno e l'onomastico, la recita di Natale o la chiusura dell'anno scolastico, la fine di un torneo della squadra di caldo del quartiere o la nascita di un fratellino da presentare agli amici. Ci sono tanti buoni motivi per programmare una festa. E coinvolgere i bambini sarà divertente.

Condividere un progetto di festa e iniziare a parlarne con grande anticipo è il primo passo per organizzarsi in tempo, ma, soprattutto, è un modo per assaporare L'evento ancora prima che inizi. Ed è un semplice stratagemma per innescare aspettative che renderanno tutto più divertente e, forse, indimenticabile.

UNA LISTA RAGIONEVOLE DEGLI OSPITI

Una volta individuata l'occasione, sempre insieme ai bambini, si può iniziare a stendere la Lista degli inviti. Niente di formale, naturalmente, un breve elenco tanto per capire chi coinvolgere e quanti piccoli ospiti prevedere a tavola o intorno al buffet. Nel caso di una semplice merenda della domenica l'operazione è davvero semplice. Più difficile è stabilire a chi e perché allargare l'invito quando la ricorrenza è davvero speciale, come il compleanno o la fine della scuola.

POCHI INTIMI O TUTTA LA CLASSE?

Ed è proprio in questi casi che è necessario trovare un punto d'incontro. Ci sono bambini che amano festeggiare nell'assoluta intimità, con i due o tre amici del cuore. Altri amano le moltitudini ed è bene prevenire o, meglio ancora, evitare le adunate oceaniche, almeno in casa, ed eventualmente pensare a spazi diversi dal salotto del proprio appartamento.

AL PARCO, IN PALESTRA O ALL'ORATORIO

L'oratorio, la palestra, il parchetto vicino a casa, persino la piscina sono luoghi adatti per qualsiasi forma di festeggiamento. Molte di queste strutture sono attrezzate per questo genere di eventi. Naturalmente giochi e rinfreschi devono essere stabiliti tenendo conto di luogo, spazio, numero ed età dei partecipanti, per poi individuare ricette che mettano insieme gusti dei bambini, tempo a disposizione per realizzarle, modo di presentarle.

BUFFET, PICNIC O SEDUTI A TAVOLA

Bicchieri di plastica e tovaglioli usa e getta andranno benissimo per una merenda. Per il compleanno si può pensare a un buffet, un grande tavolo dove presentare paninetti, piccole pizze, torte e ciambelle già porzionate, in modo che tutti possano servirsi da soli. Una festa con pochi invitati può invece essere organizzata anche all'ora di pranzo o cena, con una tavola allegra e una serie di portate divertenti da vedere e buone da mangiare. Basta poi una semplice indagine con i propri figli su quello che piace di più all'asilo o a scuola per avere una buona traccia da seguire nella scelta definitiva del menu.

IL TAM TAM DEGLI INVITI SCRITTI, A VOCE O VIA MAIL

Con idee abbastanza chiare su tipo di evento, giorno, luogo e stile del rinfresco arriva il momento di diventare operativi. E come prima mossa, con almeno una settimana di anticipo, si può iniziare il tam tam degli inviti, che possono senz'altro essere fatti a voce direttamente dai bambini e confermati da una telefonata o da una mail ai genitori. Ma può essere molto carino e coinvolgente passare qualche ora con i propri figli a inventare semplici cartoncini dove scrivere una frase scherzosa e ricordare, come fanno i grandi, Luogo, data e ora dell'incontro. I ragazzini si divertiranno un mondo a distribuirli e li terranno poi nel loro cassetto in ricordo della giornata.

giovedì 3 marzo 2016

Produzioni in grande

In Italia sono attive e in buona salute diverse industrie birrarie indipendenti e le filiali di quattro grandi gruppi internazionali 

Sul nostro territorio sono presenti marchi storici, con stabilimenti propri, spesso di proprietà familiare, a volte con capacità produttiva non molto più forte dei birrifici artigianali. Tanto per dare qualche numero, producono in genere dai 100mila ai 700mila ettolitri l'anno. Poi ci sono i colossi, le grandi multinazionali.

In Italia dominano in quattro: Heineken (suoi tra gli altri i marchi Moretti, Dreher e alcuni regionali come quello sardo Ichnusa), SabMiller (con Peroni e Nastro Azzurro), AB InBev ( tra i più noti il tedesco Beck's e l'americano Budweiser) e Carlsberg. L'Heineken è olandese. Fondata nel 1863, è molto interessante visitare ad Amsterdam la sua vecchia fabbrica, quella dell'odierno Heineken Experience: attraverso un tour originalissimo si possono osservare i processi di fermentazione e di fabbricazione e ammirare gli splendidi antichi silos di rame ancora oggi perfettamente funzionanti.

Se vi capita di bere una birra Poretti o una Tuborg, sappiate invece che sono di Carlsberg, il 4° produttore al mondo (primo in Europa Settentrionale e Orientale ndr), presente in oltre 150 mercati.

L'esperienza di Carlsberg

Fondato nel 1847 a Copenaghen, il Gruppo è approdato sul territorio italiano nel 1975 dopo la fusione con Tuborg e nel 2001 ha acquisito anche il Birrificio Angelo Poretti. Produzione totale annua: oltre un milione di ettolitri.

Nello stabilimento di Induno Olona, in provincia di Varese, fondato dal Poretti nel 1876, nascono alcune delle birre più bevute in Europa, «con materie prime tutte d'importazione — come racconta Alberto Frausin, AD di Carlsberg Italia — tranne l'acqua, che arriva dalla "Fonte degli ammalati", una sorgente dei monti di Varese, chiamata così perché gli abitanti della città credevano avesse doti curative.

Orzo e malto arrivano dalla Francia, il luppolo da regioni storiche come la Repubblica Ceca e la Germania, mentre dall'America, dall'Australia e dalla Slovenia si fanno strada nuove varietà di luppolo aromatico. Il lievito proviene essenzialmente dalla Banca del lievito in Danimarca».

In questi ultimi tempi l'industria sente il peso crescente della concorrenza dei birrifici artigianali, più creativi anche se non competitivi sul terreno dei prezzi.