domenica 24 gennaio 2016

Non solo yogurt

Fabio Picci, medico e ricercatore scienza della nutrizione, è un sostenitore del consumo, fin da piccoli, degli alimenti fermentati.

Se vi dicessi che i bambini italiani sono affetti da molte più malattie allergiche e iytestinali dei bambini nati in Tanzafia ci credereste? Probabilmente no e fareste male, perché è la verità. Il merito può essere attribuito, almeno in parte, al grande uso che si fa nei Paesi africani di alimenti fermentati, che contengono diversi tipi di batteri `buoni'. E la maggior parte degli alimenti fermentati consumati da adulti e bambini proviene in realtà non da derivati del latte, yogurt o simili, ma da frutta, verdura e cereali.

Una volta svezzati, anche ai piccoli si danno verdure e frutta fermentate. Sono ottimi alimenti, che potrebbero piacere tanto anche agli adulti e ai bambini occidentali, eppure sulle nostre tavole quasi non se ne vede traccia. Lo stesso vale per le carni o i pesci fermentati che abbondano nella cucina asiatica e caraibica.

Fermenti vivi nella dieta quotidiana


Teniamo presente che circa un terzo degli alimenti presenti nelle diete tradizionali dei popoli più poveri del mondo viene consumato sotto forma di cibi e bevande fermentati semplicemente perché questo è l'unico modo per conservarli. Molti studi scientifici correlano la quantità di cibi fermentati presente nella dieta con il benessere e la longevità: per esempio il kefir, una bevanda a base di fermenti lattici, oppure i derivati dai semi della soia gialla fermentati, il formaggio di mandorle... Più sono e meglio è!

Purtroppo negli ultimi cinquant'anni questo tipo di alimenti è progressivamente scomparso dalle nostre tavole. Così il lievito chimico, che innesca la lievitazione senza indurre quei cambiamenti che rendono l'alimento più digeribile e assimilabile, si è sostituito a quello acido. Oppure, le verdure sono messe sottaceto saltando la fase della fermentazione. Tutto questo ha influenzato nel corso del tempo anche il nostro gusto (e quello dei nostri bambini).

Oggi sono in tanti a pensare che seguire una dieta di tipo "industriale", senza integrarla con alimenti vivi, sia un modo per selezionare nel nostro intestino i batteri meno salutari. Per quanto possiamo raccontarcela, il fatto che noi siamo quello che mangiamo rimane una delle verità più incontestabili che si conoscano.

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